A scuola

Alle volte pensavo che scuola facesse rima con sesso: se ne parlava tanto, ma se ne faceva poco.

Io mi ero già esposto con Luciano.

Mi piaceva e un giorno tra una battuta e l’altra avevo avuto l’ardire di confessarglielo.

Lui non rimase affatto sorpreso.

Subito volle approfittare dell’occasione e mi offrì il suo cazzo duro.

Mi disse: “succhiamelo forte” e io obbedii.

E così il mio primo rapporto orale.

Nonostante tutto ero timido e non pensavo di ripetere a breve l’esperienza.

Luciano dal canto suo sembrava aver gradito.

Mi promise che non avrebbe detto nulla, ma il suo silenzio avrebbe avuto un prezzo.

Quasi quotidianamente durante la ricreazione ci allontanavamo. Aveva trovato il modo di entrare in uno dei ripostigli del seminterrato: il nascondiglio per le cose sporche.

Si sedeva su una sedia sgangherata con mutande e pantaloni calati.

Io mi inginocchiavo e iniziavo, come diceva lui, il “servizietto”.

Portava un “pornazzo” con sé che sfogliava con una mano, mentre con l’altra accompagnava la mia testa che faceva su e giù.

La sborrata finale, sempre dolce e abbondante, e l’ingoio.

Ormai eravamo all’ultimo giorno di scuola e di ingoiate ne avevo ormai fatte tante.

Eravamo al solito nascondiglio, quando la porta si aprì d’improvviso.

Entrambi sussultammo. Mi girai e vidi Angelo e dietro di lui Stefano ed Alessandro.

Angelo commentò: “Avete visto come succhia il frocetto?”

Gli altri risero. Io imbarazzato rimasi in silenzio.

Angelo si avvicinò, abbassò il pantalone della tuta e tirò fuori un bestione dritto e duro che mi mise a forza in bocca.

Stefano, Alessandro e lo stesso Luciano avvicinarono i loro cazzi duri al mio viso e a turno me li misero in bocca.

Mentre uno lo tenevo fra le labbra, gli altri li avevo fra le mani e tutti e quattro cercavano di trovare piacere.

Angelo, il più intraprendente, disse: “ora gli rompiamo il culo!”

Io ero stordito, forse non volevo, ma mi ritrovai nudo, supino, con il viso a terra, mentre gli altri mi tenevano.

Angelo mi allargò il buco e ci sputò ripetutamente, poi, mi divaricò le gambe ed entrò dentro di me con tutto il suo cazzo.

Io sussultai per il bruciare forte, ma dopo un po’ passò.

Iniziò a fottermi. Sentivo il suo peso sopra di me e lo sciaf continuo del suo pube e delle sue palle che sbattevano sul mio culo.

Mi teneva i polsi stretti e ad un certo punto, me li strinse ancora più forte finché con un gemito emise il suo caldo sperma dentro me.

Fu poi il turno di Stefano, Alessandro e infine di Luciano. Ognuno uno dopo l’altro usarono il mio buco, ormai largo, per godere.

Loro se ne andarono. Io mi rivestii in fretta. Scappai in bagno: tutto lo sperma che avevo dentro voleva prepotentemente uscire.

Mi sciacquai, mi rivestii e scappai fuori per mangiare una pizzetta al panificio: dopo tanto sesso, avevo una fame da lupi.

Fu la prima vera scopata. E segnò l’inizio di un’estate indimenticabile.